Profilo di rischio degli investimenti
Il profilo di rischio degli attivi è determinato dalle riserve monetarie. Il principale tipo di rischio cui sono esposte le riserve monetarie è il rischio di mercato, e in particolare il rischio connesso con i tassi di cambio, il prezzo dell'oro, i corsi azionari e i tassi di interesse. Sono inoltre presenti un rischio di liquidità, un rischio di credito e un rischio paese, che peraltro hanno una rilevanza minore rispetto al rischio di mercato. Il contributo delle obbligazioni in franchi al rischio complessivo è marginale.
Rischio di mercato delle riserve monetarie
Il più importante fattore di rischio per le riserve monetarie è costituito dai tassi di cambio. Variazioni anche minime del valore esterno del franco determinano notevoli oscillazioni del risultato economico e quindi del patrimonio netto della Banca nazionale. Oltre al rischio di cambio sono inoltre rilevanti i rischi connessi con le variazioni del prezzo dell'oro, dei corsi azionari e dei tassi di interesse. I rischi di cambio, azionario e di tasso di interesse sono limitati mediante la fissazione di benchmark e linee guida operative. Essi sono controllati tra l'altro con l'impiego di derivati finanziari come swap su tassi di interesse e futures su indici di borsa e tassi di interesse. Per la gestione della struttura per monete possono essere utilizzati derivati su valute.
Per principio la Banca nazionale non copre i propri rischi di cambio contro il franco, poiché ciò influenzerebbe la politica monetaria in modo indesiderabile. Una siffatta copertura - ad esempio sotto forma di vendita a termine di valuta contro franchi - andrebbe ad accrescere la domanda di franchi e quindi la pressione al rialzo su quest'ultimo. Di fatto essa avrebbe gli stessi effetti di un intervento per rafforzare il franco. Per tali ragioni il rischio di cambio va accettato come una componente intrinseca delle riserve monetarie.
Rischi di credito delle riserve monetarie
Il rischio di credito è legato all'eventualità che controparti o emittenti di titoli non possano o non vogliano onorare le proprie obbligazioni di pagamento. Tale rischio sussiste per gli investimenti in obbligazioni di tutte le categorie di debitori. La Banca nazionale detiene fra le riserve monetarie titoli emessi da mutuatari pubblici e sovranazionali, obbligazioni fondiarie e valori analoghi, nonché le obbligazioni societarie. Per le obbligazioni la Banca nazionale richiede un rating minimo nella fascia "investment grade". I rischi verso singoli emittenti sono controllati mediante limiti di concentrazione. Sono presenti solo in misura minima rischi di credito nei confronti delle banche per strumenti non negoziabili. I valori di rimpiazzo di strumenti derivati sono compensati nel quadro dei vigenti contratti ISDA stipulati con le controparti e garantiti in base ai Credit Support Annex (CSA). A partire dal maggio 2014 la Banca nazionale regola gran parte degli swap di tasso di interesse tramite una controparte centrale. Da un lato, ciò permette la compensazione (netting) di posizioni di segno contrario e, dall'altro, consente di realizzare guadagni di efficienza nella gestione quotidiana delle garanzie collaterali.
La maggior parte delle obbligazioni è detenuta sotto forma di obbligazioni di Stato; una quota sostanziale di esse consisteva in titoli altamente liquidi emessi dai paesi europei più solidi e dagli Stati Uniti.
Rischi di liquidità delle riserve monetarie
Il rischio di liquidità della Banca nazionale consiste nel rischio che in caso di necessità gli investimenti in valuta non possano essere smobilizzati, o lo possano solo in parte o con ingenti perdite in conto capitale. Un'elevata liquidità delle riserve valutarie viene assicurata dal fatto che una porzione sostanziale di esse è investita nei titoli di Stato più liquidi denominati nelle principali valute euro e dollaro USA. Il rischio di liquidità è periodicamente sottoposto a verifica.
Rischio paese delle riserve monetarie
Il rischio paese consiste nel rischio che uno Stato possa nella propria giurisdizione bloccare i pagamenti di debitori ivi residenti oppure la disponibilità di attivi depositati in loco. Al fine di evitare rischi unilaterali di questo tipo la Banca nazionale ha cura di ripartire gli investimenti fra differenti depositari e paesi. Anche le riserve auree sono ubicate secondo tali principi. Nella scelta della localizzazione è attribuita importanza sia a un'adeguata diversificazione geografica sia a un agevole accesso al mercato. Delle 1040 tonnellate di oro in possesso della Banca nazionale circa il 70% continua a essere depositato in Svizzera, circa il 20% presso la Bank of England e circa il 10% presso la Bank of Canada. Lo stoccaggio decentrato dell'oro in Svizzera e all'estero assicura che anche in caso di crisi la Banca nazionale possa disporre delle proprie riserve auree.