Il mercato dei cambi e i tassi di interesse di riferimento in primo piano
Riassunto
Tassi di interesse di riferimento stabili e affidabili sono di grande importanza per il buon funzionamento dei mercati finanziari moderni. Come in altre aree valutarie, anche in Svizzera il Libor è il tasso di riferimento di gran lunga predominante, e non soltanto sul mercato monetario. Il Libor funge da base per il mercato degli swap su tassi di interesse, in cui per diversi periodi di tempo vengono scambiati flussi di interessi a tasso fisso contro tasso variabile. Considerata l'elevata liquidità di questo mercato, la curva dei tassi swap costituisce già da decenni il parametro fondamentale per la fissazione e la valutazione del prezzo di obbligazioni e crediti in franchi.
Ciononostante, in seguito alla crisi finanziaria, il volume delle contrattazioni in tutte le valute sul mercato monetario non garantito, ossia la base di calcolo del Libor, ha subito una drastica contrazione e da allora non si è più ripreso. Pertanto, lo scorso luglio l'organo di regolamentazione britannico ha annunciato che sosterrà il Libor soltanto fino al termine del 2021. Data la sua predominanza sul mercato, l'abbandono del Libor rappresenta un compito impegnativo anche per il nostro Paese. Tutti gli operatori devono contribuire a una transizione quanto più possibile ordinata preparandosi per tempo alla sua sostituzione. La scelta di un'alternativa compete altresì in definitiva al settore privato. La Banca nazionale svizzera (BNS), che da diversi anni si impegna in favore del mercato monetario, partecipa peraltro al processo. Essa opera infatti in seno al gruppo di lavoro nazionale sui tassi di riferimento in franchi, ossia l'organismo del mercato che gestisce e coordina la sostituzione del Libor. In ottobre, tale gruppo di lavoro ha raccomandato come alternativa il SARON, il tasso overnight del mercato pronti contro termine, che è un parametro ben consolidato, alquanto diffuso e calcolato in modo trasparente.
Sul mercato dei cambi si può constatare che da qualche tempo il franco non è più soggetto ad intense pressioni al rialzo. Ciò potrebbe essere riconducibile al fatto che nell'area dell'euro la situazione e il clima di fiducia nel primo semestre dell'anno hanno segnato una svolta positiva, che l'evoluzione negli Stati Uniti continua a essere favorevole e che l'economia mondiale è rimasta nel complesso solida.
La portata e la rapidità dell'indebolimento del franco quest'estate hanno sorpreso numerosi analisti e probabilmente anche taluni operatori. Nondimeno, tale indebolimento ha poggiato su una base notevolmente ampia del mercato. Anche se la dinamica è stata talora sostenuta, l'attività di negoziazione ha mostrato sempre un andamento ordinato. Ad esempio i differenziali denaro-lettera si sono mossi intorno ai valori medi di più lungo periodo, indicando una buona qualità del mercato.
Sebbene si sia leggermente distesa, la situazione sul mercato dei cambi permane fragile. Il rischio di un nuovo e forte apprezzamento del franco non può essere escluso. Pertanto, l'orientamento espansivo della politica monetaria, con l'interesse negativo applicato agli averi a vista e la disponibilità della BNS a intervenire se necessario sul mercato dei cambi, continua a essere appropriato.