Perché il capitale proprio viene prima delle distribuzioni e un fondo sovrano non è una buona idea
Riassunto
Per l’esercizio 2024 la Banca nazionale ha presentato un utile di circa 81 miliardi di franchi. Dopo l’assegnazione agli accantonamenti è risultato un utile di bilancio di circa 16 miliardi, nonostante l’elevata perdita riportata a nuovo dall’esercizio precedente. Ciò le consente di versare un dividendo e di effettuare una distribuzione a Confederazione e Cantoni.
L’elevato utile di esercizio del 2024 ha contribuito al rafforzamento del capitale proprio. Questo deve riflettere i rischi presenti nel bilancio della Banca nazionale, che sono elevati e possono inoltre cambiare nel tempo. Vanno pertanto valutate con prudenza le proposte provenienti da esperte ed esperti esterni in merito all’ammontare di capitale proprio che la BNS dovrebbe detenere, soprattutto se mirate a un aumento delle distribuzioni e a una riduzione delle attribuzioni al capitale proprio.
Considerati i rischi di bilancio e il limitato potenziale di guadagno a lungo termine, la distribuzione dell’utile della Banca nazionale non è scontata. Gli utili futuri dipenderanno principalmente dalle quotazioni azionarie, dal prezzo dell’oro e dai tassi di cambio. Capire in che direzione essi si muoveranno è difficile. Oltretutto, generare utili non rappresenta di per sé un obiettivo della Banca nazionale. Il suo mandato legale è quello di assicurare la stabilità dei prezzi, tenendo conto dell’evoluzione congiunturale.
Negli anni è stata più volte avanzata la proposta di un fondo sovrano a cui affidare la gestione delle riserve valutarie della Banca nazionale. La BNS è contraria a questa idea: essa deve avere pieno accesso alle sue riserve valutarie per poter attuare la propria politica monetaria e assolvere il mandato di assicurare la stabilità dei prezzi. L’istituzione di un fondo sovrano renderebbe più difficile la conduzione della politica monetaria. Inoltre, un simile organismo potrebbe generare rendimenti più elevati soltanto se con la sua politica di investimento assumesse rischi più alti rispetto alla Banca nazionale. I maggiori rendimenti auspicati si accompagnerebbero a un aumento dei rischi per lo Stato, e quindi anche per i e le contribuenti.